mercoledì 16 marzo 2011

Aspettando il referendum con ansia

mercoledi 16 marzo 2011- Politically Correct

Nel momento della catastrofe nucleare giapponese, con la presa d’atto e la dichiarazione del commissario europeo per l'energia, Oettinger: "Situazione completamente fuori controllo", quando tutto il resto del mondo si ferma e lancia un momento di riflessione sullo sviluppo nucleare, ripensando seriamente alla politica energetica, la maggioranza del nostro governo ribadisce, salvo fra giorni smentire, che il ritorno all’energia prodotta dall’atomo non è negoziabile. ll ministro dell'Ambiente e della Tutela del Territorio, Stefania Prestigiacomo, rilascia le sue parole sul nucleare: “Il Governo non cambia linea, si torna all’atomo”. Paolo Romani, l’ultimo arrivato, ministro allo Sviluppo economico dichiara: “Sul nucleare, non si torna indietro”, “E’ inimmaginabile che l’Italia torni indietro su un percorso già attivato”.
In un momento così altamente drammatico come questo, la cosa che maggiormente dà fastidio e riempie di rabbia, è l’arroganza e la prepotenza di certi “cosiddetti” esperti che, nemmeno hanno il tempo di confrontare la loro intelligenza con quanto dichiarato dai loro “colleghi politici” europei, fermando le loro dichiarazioni almeno per il tempo di un confronto, ma sparano “affermazioni” all’insegna della loro ignoranza. presunzione e insensibilità a quanto la popolazione, vorrebbe sentirsi dire.
Salvo poi, domani, quando il "leader", preoccupato per il referendum abrogativo in programma per il 12 giugno, dirà loro di andarci cauti, pentirsi e rivalutare la loro politica ipernuclearista verso posizioni più moderate.
valter niselli

2 commenti:

Umbe ha detto...

Valter,
alla legittima attesa per i referendum di Giugno aggiungo la riflessione fatta da Beppe Grillo a proposito della quasi connivenza di maggioranza e opposizione parlamentare per boicottare iniziative (in questo caso la convicazione di un'unica tornata elettorale per amministrative e referendum) che porterebbero a risparmi importanti di soldi pubblici.

....... dal sito di Beppe Grillo post del 17/3/2011

Il Parlamento italiano è peggio dei reattori di Fukushima. Il nucleare non è di destra, né di sinistra, è un grande affare per tutti. Investito dalle radiazioni provenienti dal Giappone, risvegliato come un novello Paolo di Tarso sulla via dell'atomo, il Pdmenoelle si sta esercitando a fare la faccia scura antinucleare di fronte allo specchio e agli elettori. L'importante è abbaiare, poi nel retro bottega ci si mette d'accordo tra cooperative rosse e bianche e Lunardi, con la TAV di Chiamparino e Fassino, con la costruzione della più grande base militare americana in Europa a Vicenza, benedetta da Bersani, con gli inceneritori e, ovviamente, con le centrali nucleari.
L'orologio nucleare si è fermato l'11 marzo 2011, ma i nuclearisti italiani non si fermano mai, veri zombie della politica. Alla Camera il voto sull'accorpamento del voto amministrativo e dei referendum è terminato con 276 contrari e 275 a favore. Un risultato che accontenta tutti. Il Governo, perché non è passata la mozione, l'opposizione (?) perchè ha dato testimonianza di esistenza in vita e ha potuto esprimere la sua rabbia e indignazione con il duo Bindi/Franceschini. Quest'ultimo ha detto: "E' inaccettabile e incomprensibile... Non si è trattato di un no qualsiasi visto che con l'election day si sarebbe votato insieme sul legittimo impedimento, sul nucleare e sull'acqua. Intendo convocare l'ufficio di presidenza". Referendum dei Movimenti per l'Acqua e di Idv che peraltro il pdmenoelle non ha mai voluto, né sostenuto.
La colpa del mancato accorpamento che avrebbe fatto risparmiare 350 milioni agli italiani e raggiungere il quorum è stata attribuita allo sciagurato Marco Beltrandi, radicale e pdimeoellino, paghi uno e prendi due. La cui confusione mentale traspare dalle parole per giustificare il suo voto: "Ho votato in dissenso dal Pd perchè sono contrario al quorum e perchè penso che l'election day sia un sotterfugio per aggirare la legge". Insomma ha votato no per dire si, ma voleva dire forse. Da ricoverare. Il dito puntato contro il capro espiatorio (qualcuno bisogna pur sacrificare) ha fatto passare in secondo piano l'assenza di 10 deputati pdimenoellini (*), 8 del FLI e 2 dell'Idv. Dov'erano questi signori pagati dagli italiani? Loro, insieme a chi ha votato a favore, sono responsabili di fronte alla Nazione dell'eventuale mancato quorum. Della costruzione di centrali nucleari in Piemonte, Sardegna, Campania. Del futuro dei nostri figli. Non esiste giustificazione per la loro assenza.
Una parte del Giappone non esiste più, nessuno forse potrà tornare a vivere in un raggio di almeno 80 km da Fukushima, un territorio enorme, che ora è come se fosse su Marte, e anche Tokyo, con i suoi 15 milioni di abitanti in fuga, è a rischio contaminazione. Il 12 e il 13 giugno accendi l'Italia e "Spegni il nucleare"!

Valter ha detto...

E allora, visto che qui non si tratta di essere di destra o di sinistra, di maggioranza o di minoranza, diamoci da fare, uniamo gli sforzi per far passare questo pensiero e questo voto, che riguarda noi, il nostro futuro, ma soprattutto quello dei nostri figli e nipoti: cerchiamo compatti, senza se e senza ma, di far partecipare tutto il nostro Paese, perchè votando “Si” al quesito referendario diremo, per la seconda volta e speriamo definitiva “NO AL NUCLEARE”, consapevoli che soluzioni alternative per produrre energia, ce ne sono, sfruttando sole, vento, geotermia e acqua! Molto meno onerose, ma soprattutto molto meno pericolose.