martedì 5 ottobre 2010

Il premier e il secondo

martedi 5 ottobre 2010 - Politically correct

Vorrei capire il limite della nostra deriva e cosa ci riserva il futuro nella ricerca di valori da riscoprire.
Se il nostro presidente del Consiglio si permette di bestemmiare in pubblico; se l’arcivescovo Fisichella lo assolve dicendo che “le parole vanno contestualizzate”, facendo capire cioè che un conto è bestemmiare in un momento d’ira (condannabile) e un conto é farlo per motivi umoristici (accettabile?); se Pionati, leader dei democratici cristiani dichiara: “ogni tanto bestemmio anch’io, quando ci vuole, ci vuole”. Allora è tempo che ciascuno di noi si faccia un esame interiore per capire.
Penso, come qualcuno fa notare, che se una bestemmia esce dalla bocca di un ubriaco, a parlare siano i fumi del vino, come se un martello scappa su un dito, a parlare sia il trauma sopraggiunto, ma se la bestemmia nasce calma, e chi ascolta e risponde ridendo compiaciuto e complice, con l’aggravante che chi la racconta è capo del Governo, paladino dei valori cattolici in un paese ombelico del cattolicesimo, qualcosa stride o perlomeno induce a soffermarci e a meditare.
E anche se il turpiloquio non è solo questo, ma anche le promesse fatte e non mantenute, non lamentiamoci poi se i nostri giovani trovino lecito crearsi i propri valori e se il paese stia scivolando verso il malcostume e la violenza gratuita, perchè anche questi esempi non contribuiscono certo a creare una società migliore.
valter niselli

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