martedì 8 febbraio 2011

Raccolta "porta a porta": risultati 2010 -> 72,4%


Finalmente sono arrivati. Non so Voi ma io ero abbastanza curioso di vedere il risultato finale della percentuale di raccolta differenziata alla quale sarebbe arrivato il nostro Comune. Ricordo che in quasi un decennio di raccolta con il sistema del doppio cassonetto, solo in uno dei primi anni (il 2002) si era raggiunta una percentuale di differenziata del 50%.
Dopo un vistoso calo che ci avevano fatto toccare minimi del 41% negli anni 2005 e 2006 negli ultimi anni (2008 e 2009) ci si era attestati al 45,5%. Ricordo anche che nel frattempo gli obblighi normativi fissavano delle soglie sempre maggiori.
L'obiettivo del 2009 (50% di differenziata) non era stato quindi raggiunto.

Caldiero, alleandosi con altri sei comuni dell'est veronese, ha deciso di affidarsi all'esperienza gestionale del Consorzio di Bacino VR2 del Quadrilatero e di partire per primo (il 1 Marzo 2010) con il sistema di raccolta "porta a porta". Dieci mesi di raccolta con questo sistema ci hanno portato ad un risultato decisamente positivo.
La percentuale di rifiuto differenziato ha raggiunto il 72,4%.
Considerando che Gennaio e Febbraio erano ancora sotto al 50% non possiamo certo lamentarci.Ho detto più volte che questo è un successo lusinghiero di tutti i cittadini caldieresi e di una sensibilità crescente alla tutela dell'ambiente in cui viviamo.
Certamente per qualcuno ci sarà qualche piccolo disagio (per altri invece una grande comodità) ma il risultato generale testimonia una partecipazione veramente encomiabile. Continuiamo così.
Adesso ci attendono nuove sfide. Forse qualcuno brontolerà sul fatto che i sacchetti per la raccolta, una volta esaurita la prima fornitura, vadano acquistati presso gli esercizi convenzionati ( a prezzo calmierato fissato dai Comuni aderenti) ma anche questo vuole dare una motivazione in più a cercare di ridurre ulteriormente la quantità di rifiuti prodotti.
La spesa complessiva stimata per nucleo familiare è di 10 €/anno.
Prossimamente riporterò anche sul blog qualche dettaglio di questa iniziativa.




5 commenti:

Marke ha detto...

Personalmente sono soddisfatto del risultato, sia da un punto di vista tecnico-logistico che civile. Troverei comunque molto incentivante che la fornitura dei diversi sacchetti per la differenzita fosse fatta dal comune e gratuitamente, per gli utenti sarebbe un piccolo risparmio, ma anche un piccolo premio vista la percentuale raggiunta di differenziata. L'Amministrazione avrebbe così l'occasione di dimostrare un po' di riconoscenza ai suoi cittadini: noi facciamo un buon lavoro nel differenziare, voi mettetici almeno i sacchetti....

Umbe ha detto...

Marke,
grazie per l'intervento.
Mi permetto di aggiungere due cose:
con gli aumenti degli ultimi anni nel costo del servizio di raccolta e smaltimento la quota del costo sostenuto dai cittadini (con la TARSU ...TAssa Rifiuti Solidi Urbani) si è abbassata a circa il 70% del costo complessivo.
Questo fatto purtroppo limita fortemente la possibilità di dare qualsiasi tipo di incentivo perchè, in realtà, i cittadini dovrebbero coprire una componente rilevante di costo aggiuntivo (circa il 40% in più).
Chi ad esempio scalpita per il passaggio dalla Tassa alla Tariffa (TIA Tariffa di Igiene Ambientale) non evidenzia che con questo passaggio i cittadini dovrebbero ridistribuirsi, da subito, il 100% dei costi del servizio.

Gli ottimi livelli di raccolta raggiunta servono fondamentalmente a contenere gli aumenti progressivi del costo del servizio.

Concordo comunque che un piccolo riconoscimento potrebbe dare un contributo a proseguire e a migliorare ulteriormente la raccolta.

E' chiaro però che qualsiasi costo aggiuntivo sostenuto dall'amministrazione (il costo della fornitura per un anno di sacchetti a Caldiero vale circa 30.000 Euro) dovrebbe in qualche modo essere distribuito nuovamente sui cittadini.

Personalmente preferisco comprarmi i sacchetti secondo le mie necessità perchè sono convinto di utilizzarne meno di quelli previsti (ad esempio di quelli gialli per gli imballaggi plastici).

Anonimo ha detto...

Non è detto che il costo dei sacchetti debba ricadere nuovamente sui cittadini. Visto che nessuno ha il coraggio di affrontare il problema (l'Ente pubblico dovrebbe farlo per mandato e missione), il costo dei sacchetti dovrebbe essere trasferito, tramite la fornitura comunale, dai cittadini ai commercianti. Solo in questo modo qualcuno si farebbe carico di convincere le aziende produttrici a confezionare i prodotti in altro modo, come succede in molti paesi europei.
Perchè il costo delle cervellotiche scelte aziendali deve ricadere sugli indifesi cittadini ? Certo è più comodo far pagare a chi mugugna ma paga piuttosto che a chi tace e non paga. Forti con i deboli, deboli con i forti

Umbe ha detto...

Caro anonimo,
concordo sul fatto che la riduzione dei rifiuti alla fonte sia un obiettivo da perseguire.
Questo non esime ciascun cittadino dalla responsabilità di gestirsi al meglio i propri rifiuti, dal cercare in prima persona di ridurli (acquistando ad esempio meno imballaggi e più prodotti alla spina o "a km 0") e quindi non credo ci sia niente di male a scorporare parte del costo di gestione del servizio chiedendo l'acquisto diretto da parte dei cittadini.

Chi produce meno rifiuti ne comprerà di meno.
Posso assicurare che per il comune sarebbe stato più semplice spalmare anche questo costo nel costo complessivo del servizio.

Anonimo ha detto...

Dicevo non "spalmare" ma "attribuire" in modo ben preciso. Ridistribuire significava trasferire dalle persone fisiche al "commercio". E' facile dire acquista meno imballaggi, ma si può ? Chi decide i packages ?
Capisco le difficoltà ma come al solito, meglio scegliere la strada più facile, scaricare su chi non protesta o protesta ma paga