venerdì 27 agosto 2010

Patto di stabilità

venerdi 27 agosto 2010 - Good Morning Caldiero

Talvolta si dà per scontato che chi ascolta sappia già di cosa si parla, in effetti modestamente si dovrebbe partire sempre nello spiegare il tema del dialogo. L’esempio è sin troppo lapalissiano quando si parla di “Patto di stabilità” cioè quell’accordo che lega le mani alle amministrazioni locali sul loro operato, bollato dai comuni con bilanci positivi, che vedono limitate le loro possibilità di spesa pubblica.
Il Patto di stabilità e crescita (PSC) è un accordo stipulato dai paesi membri dell'Unione Europea, che riguarda il controllo delle rispettive politiche di bilancio, al fine di mantenere fermi i requisiti di adesione all'Unione Economica e Monetaria europea.
Per fare un esempio banale, é come se nella nostra famiglia si potesse spendere, nell’arco dell’anno, solo la somma di denaro che entra, indipendentemente se in banca si abbia un capitale a disposizione.
Per l’Italia in pratica, i capitali accantonati dai comuni “virtuosi” vanno a compensare i debiti dei comuni “spreconi”, conservando agli occhi dell’Europa che ci controlla, una parvenza di “bilancio corretto” che ci lascia “sopravvivere” nell’Unione Europea.
Quello che sta capitando a tanti comuni come il nostro, per colpa di questa legge “iniqua”, è un immobilismo programmatico: non ci sono cioè più soldi per alcuna spesa.
Ecco che Caldiero, ad esempio, pur avendo in bilancio i soldi della vendita, nel 2009, dell'ex campo sportivo, non può asfaltare strade, finire lavori sospesi, iniziare l’allargamento della scuola elementare e forse comperare la carta igienica nei bagni degli uffici.
E così la maggioranza in consiglio comunale è costretta, per fare liquidità, a mettere all’asta un lotto di verde pubblico, poi convertito in area fabbricabile per esigenze comunali ed ora diventato appetibile a qualche privato come area capannon-artigianale.
E’ vero, la colpa è dello Stato che emana Leggi capestro per certi comuni “probi”, ma tant’è: se si vuol restare nell’Unione Europea, bisogna anche assoggettarsi alle leggi europee.
E’ vero anche che il “Patto” non è nato ieri e che un’oculata amministrazione, con una relativa programmazione, potrebbe prevedere certe importanti spese nello stesso anno di importanti incassi. Ma purtroppo c’é sempre chi spera, sbagliando, che le Leggi valgano per gli altri o che ci siano proroghe o che le sanzioni valgano il rischio del non rispetto.
valter niselli

6 commenti:

Umbe ha detto...

Valter,
ottima la premessa informativa sul Patto di Stabilità.
Permettimi di dire che qualcosa era stato detto anche nei post precedenti ... i post passano ed è giusto riprendere, bene come hai fatto, l'argomento.
Aggiungo qualche precisazione.
Caldiero "paga" lo sforamento del Patto di Stabilità avvenuto nel 2007.
Peccato che le "regole" contabili che hanno determinato questo sforamento sono state formalizzate l'anno successivo e Caldiero, nonostante un avanzo di amministrazione di circa 900.000 Euro non ha comunque "rispettato il patto".

La vendita del campo sportivo (avvenuta alla fine del 2008) in teoria poteva essere utilizzata come spesa nel 2009.
L'anno successivo è cambiata nuovamente la regola che impediva l'accesso a questi finanziamenti straordinari se non avvenuti nell'anno.

Capisci che più che la programmazione qui servirebbe la sfera di cristallo.
Rimando ulteriori precisazioni a persone più esperte di me su questi temi.

Caldiero, al momento, avendo rispettato il patto nel 2008 e nel 2009, si sta impegnando a rispettarlo anche per il terzo anno consecutivo in modo da avere meno vincoli per il 2011.

Anonimo ha detto...

La sagra delle fregnacce:
"...ottima la premessa informativa sul patto di stabilità"

Se non ci fosse il patto di stabilità l'Italia sarebbe già fallita (non manca poi moto) saremmo alla tripla...Z come Zirtakki!.
E inoltre sig.Ligorio il suo mi sembra uno smarcamento forse solo ora si accorge di aver appoggiato chi ha usato il comune per il bene di pochi :
Come sarebbero volte le dinamiche si sapeva da tempo stracciarsi le vesti addossando tutto al patto di stabilità è misera ipocrisia a ricerca d'alibi.
Dopo il parco degli artisti e bronx prossimo ventura (chissà se il privato avrà problemi col patto ...)ovviamente avvenuto nel 2007 (lei c'era come il sindaco attuale o ha solo dato appoggio morale al precedente) manca la scuola "tacon novo peso del vecio ",anche lì e colpa del patto di stabilità?sicuro che il vero patto di stabilità non sia il perverso legame tra cattolici (autoreferenziali)e proclami politici ovvero l'arte di proclamare e poi cercare alibi?
tipo dire -io non c'ero
A caldiero è trentanni che è sempre colpa degli altri ma in politica più omeno ci sono sempre quelli:i fedeli (anche tardivi)della parrocchia e di un cattolicesimo predicato bene e razzolato (in politica)ad uso e consumo domestico.
Per favore non faccia la verginella,res publica impone di valutare prima di preventivare non assecondare chi ci offre una carega e "sfregia ,impoverisce,"il paese.Alla faccia dei pentimenti domenicali,che dal lunedì al venerdì si interrompono!

Umbe ha detto...

Caro Aldonimo,
rispetto all'argomento in questione ... rispetto del patto di stabilità (di seguito PdS) come causa importante della posticipazione di alcune opere (e quasi l'inerzia amministrativa lamentata da Valter) ... ho l'impressione che la maggior parte delle "f.." sia contenuta nel Suo commento.

il PdS certamente ci fa rispettare i vincoli europei e, per un paese sprecone come l'Italia è un fatto certamente positivo.
Molte amministrazioni locali criticano il modo utilizzato dall'Italia per rispettarli e, in particolare, impedire a chi ha le risorse economiche di fare investimenti strutturali come l'ampliamento della nostra Scuola Elementare, ripianando nello stesso tempo buchi prodotti da altri.

Anonimo ha detto...

Bisogna smetterla di piangersi addosso e di scaricare sempre la colpa sugli altri. Abbiamo scelto di stare in Europa ? Allora prendiamo gli svantaggi e i vantaggi, anche se questi ultimi ci sono e spesso non riusciamo a coglierli. I Comuni tutti, è vero chi più e chi meno, ma tutti, hanno sperperato ed hanno continuato a farlo. Hanno buttato soldi nell’effimero, hanno buttato soldi in propagandistiche feste, hanno buttato soldi creando necessità mai sentite dalla gente, hanno buttato soldi per auto-incensarsi. Tanto c’era sempre l’ancora di salvezza: ICI e balzelli simili. E allora giù case, giù capannoni, giù lottizzazioni, giù speculazioni edilizie, per avere soldi sempre più soldi pronta cassa. Poi i nodi sono arrivati al pettine, i cittadini insediati, le imprese insediate hanno chiesto il conto: servizi. Allora la grande idea, facciamoli pagare allo Stato (che poi siano noi, che non costruiamo).

E’ vero anche che il “Patto” non è nato ieri e che un’oculata amministrazione, con una relativa programmazione, potrebbe prevedere certe importanti spese nello stesso anno di importanti incassi. Ma purtroppo c’é sempre chi spera, sbagliando, che le Leggi valgano per gli altri o che ci siano proroghe o che le sanzioni valgano il rischio del non rispetto.
Questo è il vero problema: "tanto le leggi non valgono per tutti, tanto riusciremo a farle cambiare".

Alcuni comuni, pochi per il vero, hanno saputo cogliere il cambiamento, lo hanno saputo interpretare. Hanno costruito scuole comprensive con asilo, elementari e medie, le hanno dotate di servizi con mensa, dopo scuola e area sportiva aperta anche all’esterno. Si sono mossi nel campo delle energie rinnovabili ed hanno combattuto l’inquinamento. E hanno ottenuto rilevanti contributi anche in questi periodi di vacche magre. Apprendisti stregoni ? Maghi ? No, semplicemente hanno fatto dei progetti credibili e li hanno mandati in Regione.
Certo non come l’asilo di Strà, le piste ciclabili e le scuole di Caldiero: esattamente il contrario.

Umbe ha detto...

Il contributo della Regione Veneto per l'ampliamento della Scuola C. Ederle ammonta a 1 milione di Euro.
Un altro simpatico paradosso.

Anonimo ha detto...

Non solo paradosso, ma un assurdo: soldi pubblici per rovinare in un sol colpo, scuole e centro storico.