lunedì 23 agosto 2010

Il re è morto, viva il re.

lunedi 23 agosto 2010 - Politically correct

Dopo 15 giorni di ferie all’estero e senza aver aperto coscientemente alcun giornale, la curiosità di sfogliare le pagine di politica italiana diventa necessità, anche perchè, ai primi di agosto, la situazione lasciataci, sembrava precipitare.
Bossi che insisteva per: “elezioni subito”, piuttosto che alleanza con Casini; quest’ultimo che assicurava: “nessuna intenzione di entrare nel governo”; Fini che non accettava i diktat dell’alleato, mentre Berlusconi faceva capire che i rapporti con Gianfranco erano irrimediabilmente incrinati. Sembrava insomma che l’unico modo per uscire dall’impasse fossero le elezioni anticipate.
Tanto sbandierare il ritorno alle urne (Napolitano permettendo), come la favola di Esopo “Al lupo! Al lupo!”, per poi guadagnare tempo, perchè le elezioni alla fine, nessuno le vuole. Tutti hanno bene o male qualcosa da perdere e i rischi sono molteplici.
Berlusconi é a un bivio: in Parlamento lo aspettano tempi duri; con nuove elezioni potrebbe ancora vincere, ma perderebbe voti al nord a favore della Lega e al sud a favore dei centristi e dei finiani e inoltre gli verrebbe a mancare quello “scudo” giudiziario del processo breve, tanto agognato. Fini non vuole elezioni anticipate. Con “Futuro e Libertà” ha preso le distanze dall’alleato e il suo ruolo di Presidente della Camera gli dà credito e quella visibilità politica che le elezioni anticipate gli toglierebbero e quindi ha bisogno di tempo per riposizionarsi. Bossi col suo slogan “al voto subito” mette in guardia gli alleati, ma ad un passo dalla realizzazione del ”federalismo fiscale”, con lo scioglimento delle Camere, perderebbe tutto e dovrebbe ricominciare da capo l’iter per il suo obiettivo storico. Sul fronte della minoranza, nel Pd pur affermando “non abbiamo paura del voto”, non hanno i numeri per farcela e, privi di un vero leader, che riesca ad emergere da tanta piattitudine, si sentono il fiato sul collo da parte di Di Pietro e di Casini che a sua volta sta guardando le mosse di Fini per magari arrivare, con lui, Rutelli e Montezemolo, a creare un nuovo terzo polo competitivo.
Per noi comuni mortali, che aspettavamo, lontani dall’incubo elezioni, tre anni di rigoglio e splendore, non resta che vederci sorpassare dagli altri paesi europei, constatare che la ripresa è ancora lontana e che sbarcare il lunario è sempre più difficile e che se vogliamo sopravvivere, certo non dobbiamo sperare nell’aiuto dei nostri politici, ma rimboccarci le maniche e pedalare.
valter niselli

1 commento:

Anonimo ha detto...

La chiosa finale è da manuale.
Pero' dopo un'analisi siffatta a livello nazionale non poteva aggiungere qualcosina sulla situazione caldierese o magari anticiparci qualche iniziativa de LoSperone per il paese?
anche qua si " aspettavano tre anni di rigoglio e splendore "
ma forse le elezioni sarebbero d'uopo.
Homne soit qui mal y pense