mercoledì 19 settembre 2007

Vescovo Zenti - La gloriosa fine di un castano

Un paio di settimane fa ho avuto l'opportunità di incontrare con altri genitori il nuovo vescovo di Verona Mons. Giuseppe Zenti. Il tema di fondo era la "sfida educativa" al giorno d'oggi e in quell'occasione ci ha anticipato una delle storie commentate che avrebbe pubblicato sul quotidiano L'Arena. Ieri ho recuperato l'articolo e pubblico questa bella storia che partendo dalle vicende di un castano tagliato ha uno spunto interessante per i genitori e sulla loro missione educativa. Se Vi fa piacere commentate questa storia.





Lo stupendo castagno raffigurato è quello detto dei Cento Cavalli, ubicato nel Parco dell'Etna; una vera "opera d'arte" della natura
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Tratto da L'Arena di Domenica 16 settembre 2007
L’INTERVENTO
La gloriosa fine di un castano
Giuseppe Zenti - Vescovo di Verona


A scuole avviate, conviene farsi compagni di viaggio della magnifica schiera degli alunni che stanno varcandone la soglia. Con quell’intuito che si fa geniale interprete delle loro potenzialità e con quell’amore che sa collaborare perché ognuno di loro si realizzi come opera d’arte.
Vorrei condensare questi atteggiamenti in un racconto, prelevato dal repertorio culturale del grande vescovo di Ippona, Agostino.Veniamo al racconto che ha il sapore di un apologo.
Un boscaiolo, a forza di colpi di scure, finalmente riuscì ad abbattere a terra un grosso e annoso castano. Ed ecco sopraggiungere un legnaiolo, di professione venditore di legna da ardere, il quale vi adocchiò un interessante affare. Da buon africano, dunque, cominciò le trattative sul prezzo.
Stava per convincere il boscaiolo, quand’ecco farsi avanti un secondo possibile acquirente di quell’albero.Si trattava di un falegname, molto conosciuto nei dintorni per la sua abilità professionale. Intravide nel tronco delle ottime assi per mobili di cui era un provetto esperto.Di conseguenza si fece concorrente. Il prezzo fu lievitato, mentre il boscaiolo se ne rallegrava in cuore.

Ma l’affare non fu immediatamente concluso, sia pur a favore del falegname, poiché, come una terza onda, più deciso che mai, rincalzò un terzo acquirente. Anche lui noto. Un geniale artista del legno. Per dirla in termini più adeguati, si trattava di uno scultore in legno pregiato. Il quale, manco a dirlo, vi scorse un’opera d’arte, che da tempo stava concependo nella sua mente effervescente.
Alzò a tal punto il prezzo da scoraggiare ogni altro possibile concorrente. Con gioia indicibile del boscaiolo. E il tronco fu suo.
Non occorre una super fantasia per cogliere la cosiddetta morale della favola. O, meglio, il messaggio pur applicabile ad una serie di situazioni.
Tentiamo di applicarlo agli alunni che hanno ancora la fortuna di fruire del bene dell’istituzione scuola, offerto loro da una nazione che nella scuola sa di avere un patrimonio umano, quali gli studenti, e un patrimonio culturale da trasmettere con metodo scolastico critico, che contiene risorse di incalcolabile valore per il destino del suo futuro civile.
Essi si trovano in una stagione della vita nella quale la personalità è ancora più o meno informe. Se ne può estrarre qualunque esito. Dipende da chi se ne interessa. O meglio, dipende da tutte le componenti educative che vi sono coinvolte: la famiglia, la scuola, la parrocchia, le associazioni e le istituzioni del tempo libero... Ovviamente in sinergia, anche se ognuno dal proprio angolo di competenza.A quale risultato mirano? Si sentono fiere del capitale che hanno in mano o ne sono diffidenti fino ad essere rassegnate? Che cosa sono intenzionate a farne? A lasciarlo marcire nella boscaglia del qualunquismo, a farne legna da ardere, a mettere i ragazzi nella condizione d’essere utili come mobili di casa, o a consentire che emergano con tutte le loro risorse e abilità, come vere opere d’arte non clonabili?
Il risultato terminale è determinato sia dall’orgoglio positivo di riuscita nella vita da parte degli alunni, sia dall’azione educativa loro riservata durante l’arco dell’età evolutiva.Dalla loro combinazione è possibile che diventino il meglio o il peggio di sé. L’arte educativa non è mai indifferente. Ne determina la qualità.
Il tutto dipende da quanto stanno a cuore i giovani; da quanta fiducia gli adulti sanno accordare loro e da quanto sono disposti ad investire in termini di formazione. Con ampio e motivato credito, a fondo perduto.
+ Giuseppe Zenti

2 commenti:

aldomasconale ha detto...

Carina come parabola apologo o quelchesia!
chissà che succederebbe se qualcuno dicesse: proviamo a demolire qualche chiesa e vediamo cosa possiamo ottenere di maggior valore sull'area!
(magari con un Piruea)

Certo che l'hanno ascoltato in molti quel vescovo e tagliare
(o lasciar morire) alberi annosi è una prassi agevolata e diffusa.
Anche a Caldiero;
in questi giorni in Via Don Minzoni angolo via Strà,un bel tiglio :sarà stato malato come al solito o si starà cercando un maggior valore (seguendo "consolidati insegnamenti"?!?

Umbe ha detto...

Aldo,
immaginavo che l'albero tagliato ti ispirasse come argomento ... però speravo di ricevere commenti sull'educazione dei figli e sulla loro realizzazione.
Comunque gli interventi del Vescovo Zenti sono belli e penso che li pubblicherò regolarmente.