lunedì 21 gennaio 2008

Comunicato Stampa della Diocesi di Verona


Pubblicizzo il Comunicato Stampa della nostra diocesi relativo alla mancata partecipazione del Papa all'inaugurazione dell'anno accademico all'Università La Sapienza. A me piace in particolare l'esortazione che ho messo in grassetto.


Le recenti vicende, legate all'Università La Sapienza di Roma, che hanno indotto il Papa a rinunciare alla visita cui era stato precedentemente invitato, pongono anche alla nostra chiesa veronese più di un motivo di riflessione.
Per tutti noi si tratta, innanzitutto, di esprimere nella preghiera e in tutti i modi possibili la nostra vicinanza a Benedetto XVI, insieme ad un sentimento di accresciuta stima e di fraterna condivisione per la sua fatica apostolica.
A nessuno, che sia animato da retta intenzione, sfugge l'acuta passione evangelica, illuminata da un pensiero chiaro e fecondo, con cui il nostro Papa propone la ricerca della verità, come bene per l'uomo. Lo diceva anche nel discorso che avrebbe dovuto tenere giovedì scorso dentro l'università: «Verità è più che sapere, perché la verità ha come scopo la conoscenza del bene».
Di questo suo dono, una vera grazia per il nostro tempo senza certezze, sono testimoni, non solo i cattolici, illuminati dall'acutissima profondità del Suo Magistero, ma anche larghe frange del mondo laico e non credente, sinceramente affascinate dalla convincente razionalità del suo argomentare.
L'amarezza, davanti a scelte di intolleranza e di violenta arroganza contro la chiesa cattolica e il suo rappresentante supremo, sia pure operate da frange minoritarie, potrebbe indurre a sentimenti di insicurezza e di scoramento, quasi che le forze delle tenebre avessero più forza di quelle della luce. Val la pena ricordare quanto diceva il Cardinale Camillo Ruini, solo un anno fa: «Se ci considerassero a fine corsa, ci attaccherebbero meno. E perciò, meglio contestati che irrilevanti!».
Se ciò accade, è segno che i cristiani sono tornati ad avere un ruolo incisivo e profetico dentro la storia, dando sostanza al detto evangelico: «Beati voi quando vi insulteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi».
La forza con cui la chiesa difende oggi l'uomo e la famiglia, mentre una larga fetta culturale e politica ne tenta la banalizzazione e lo smantellamento, dicono che dietro certa contestazione si cela, in realtà, una sorta di rabbiosa rivalsa, per l'impossibilità di avere carta bianca su temi che i cattolici ritengono fondamentali e non negoziabili e che propongono alla riflessione di tutti, senza la pretesa di imporli ad alcuno.
Ancora una volta l'Italia, dopo i recenti fatti della Campania, esce mortificata agli occhi del mondo. Anche verso il nostro Paese dobbiamo sentire, a partire da queste vicende, il dovere di una maggiore responsabilità.

Come cristiani, impegnati nelle famiglie, nella politica, nel lavoro, nella parrocchia, nel volontariato, abbiamo il dovere di compiere con evangelica letizia, un servizio trasparente e gratuito, per il bene di tutti, nella profonda convinzione che le virtù morali sono il vero collante della struttura sociale, capaci di imporsi oltre il vociare scomposto di contestazioni e del palese anticlericalismo.

Ci accompagni, in questo cammino, Maria, Madre della Sapienza. E accompagni il nostro Papa, «umile operaio della vigna del Signore».

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