lunedì 8 dicembre 2008

Cà del Bue, Cà del Bue ... fai una cosa e ne sbagli due

(nella foto il giornalista Paolo Mondani che ha realizzato il servizio)

Ad un mese di distanza riprendo questo post di Novembre perchè, anche con i contributi del Dr. Mainardi che ne sono seguiti, penso rappresenti un buono spunto per riflettere sul tema della raccolta differenziata e sulle cautele che si devono utilizzare prima di intraprendere la scelta dell'incenerimento dei rifiuti.

Al commento del Dr. Mainardi che sottolinea come gli enti che gestiscono la raccolta debbano essere a partecipazione pubblica (come per fortuna succede nel veronese), per evitare che il privato cerchi prevalentemente il suo interesse, aggiungo un ulteriore approfondimento.

Nella puntata del 23 Novembre 2008 la trasmissione Report ha fatto il punto sulla gestione dei rifiuti nel comune di Roma. Il titolo del servizio è "L'oro di Roma". Roma ha la più grande discarica d'Europa (nella località di Malagrotta) e vari impianti di smaltimento TUTTI gestiti da un privato. Molto interessante anche il confronto con la gestione dei rifiuti a Berlino.

(... nel 2000 ogni berlinese produceva circa 354 Kg di rifiuto indifferenziato l'anno, nel 2007 circa 260. Bravi i verlinesi. A Roma le cose vanno invece alla rovescia, nel 200 ogni romano produceva 420 Kg di rifiuto indifferenziato, nel 2007 è addirittura aumentato a 450 Kg. ...)

Il servizio di Report dura più di un'ora ma credo che rappresenti molto bene i rischi che si corrono in questo settore (se avete poco tempo provate a seguirlo a partire dal minuto 43 dove si parla di un nuovo gassificatore e della fine che fanno i pochi rifiuti differenziati a Roma).

Per chi volesse dare un'occhiata si trova al seguente indirizzo:

http://www.rai.tv/mpplaymedia/0,,RaiTre-Report%5E17%5E154545,00.html

P.S. : L'assessore regionale ai rifiuti del Lazio, a seguito di questo servizio ha rassegnato le proprie dimissioni

..........speriamo di seguire l'esempio di Berlino più che quello di Roma ................



(Immagini tratte da www.mondocarosello.com, ... che nostalgia)

Ieri sera ho partecipato ad una conferenza molto interessante organizzata dagli Amici di Beppe Grillo di Verona a S. Giovanni Lupatoto.
Il titolo era il seguente:
"Ca del Bue; inceneritore o trattamento meccanico biologico a freddo?" e aveva per relatore il Prof. Federico Valerio, direttore del dipartimento di chimica ambientale dell'istituto nazionale ricerca sul cancro di Genova.
Sala gremita e partecipazione del sindaco di SGL e altri amministratori locali.

L'obiettivo della conferenza era mettere a confronto lo smaltimento a caldo dei rifiuti, tramite incenerimento e pratiche simili, con smaltimento a freddo, tramite il trattamento meccanico biologico."

Purtroppo bruciare i rifiuti sembra essere diventata l'unica soluzione praticabile nel nostro paese ... ma NON E' COSI', ci sono metodi alternativi, già messi in pratica sia vicino a noi che in altri paesi, anche su vasta scala.

Il piano provinciale dei rifiuti di Verona prevede un fortissimo ( e costosissimo) potenziamento dell'impianto di smaltimento di Cà del Bue che implica la costruzione di un nuovo inceneritore.

Sempre più persone, interrogandosi sul rapporto costo/benefici e sugli impatti che potrebbero esserci sulla salute pubblica (emissioni di sostanze tossiche, difficoltà di smaltimento delle ceneri risultanti, ecc.).
Lo sapevate che circa il 20% del rifiuto che viene bruciato resta sotto forma di cenere che deve a sua volta essere smaltita come rifiuto speciale?

Il Prof. Valerio ha illuminato con parecchi dati e notizie, che vengono tenute nascoste ai più, e ha dimostrato la convenienza, sia economica che sociale, di effettuare uno smaltimento "a freddo" dei nostri rifiuti secondo il cosiddetto principio delle "4R":



  • RIDUZIONE: minore produzione di rifiuti all'origine;

  • RIUTILIZZO: il prodotto va utilizzato piú volte cosí da diminuirne il bisogno di nuovo;

  • RICICLO: il materiale che non serve piú al suo scopo viene trasformato per essere utile ad un altro ;

  • RECUPERO: valorizzazione del rifiuto per ricavare materia seconda o energia


Invito tutti i lettori di questo blog ad informarsi su questo importante tema perchè ci toccherà da vicino molto di più di quanto si possa pensare. Si pensi ad esempio alla RACCOLTA DIFFERENZIATA che è l'arma più importante a disposizione di ogni cittadino per fare la propria parte responsabilmente ... anche a Caldiero. Prossimamente pubblicherò una serie di link interessanti per farsi un'opinione.



P.S.: uscendo dalla conferenza e riflettendo sulle scelte che si pensano di fare nel veronese ... mi è tornato in mente un Carosello di una trentina d'anni fa che ha dato il titolo a questo post.
Il protagonista di allora concludeva dicendo "Eh che cagnara! ... Sbagliando si impara" ... personalmente preferirei che su questi temi, prima di sbagliare, ci si pensasse sopra coinvolgendo maggiormente i cittadini ( e facendosi coinvolgere, ovviamente).

4 commenti:

Anonimo ha detto...

I RIFIUTI SOLIDI URBANI.
Fuori dagli slogan, la questione RSU deve trovare delle regole ineludibili e mettere a punto, a monte e a valle dello smaltimento, procedure ineludibili per cercare di raggiungere gli obiettivi dettati dalla sicurezza, dalla salute e dalla economicità dei sistemi di samltimento.

E' vero che aleggia il pericolo immanente della nocività dei gas emessi dalla combustione dei rifiuti, ma persevera anche una nebulosa che deriva dalla mancata certezza dei livelli di pericolosità, ufficiale, che sancisca la verità e i limiti specifici degli inquinanti aerei degli inceneritori: valori che scendendo dalle polveri di diametro più grande (PM10, uniche controllate sulle strade fino alle ultra sottili, che mancano in assoluto di controllo!.

A monte, occorre cultura e metodi certi per raccogliere la massima quantità di prodotti di "scarto" riciclabili.
Passare più velocemente possibile dal valore medio attuale a un livello di almeno il 60% di RD, molto meglio se superare il 70 % come già molti Comuni virtuosi stanno facendo, non solo in alta Italia (vedi Salerno).

A quel punto, poco resta da trattare e smaltire: 40-30%.
Un percento quasi tutto organico umido, trattabile biologicamente.
Il resto è rifiuto solido minuto, che va allo smaltimento tradizionale o viene trasformato in CDR , "carbone" da rifiuti.

Si presenta a questo punto la questione: come lavoriamo l'umido.
Pare non esserci dubbio doverlo avviare alla fermnmentazione:per ossigenazione della massa o per via anaerobica in digestori.
Questo ultimo sitema è il più conveniente, perchè cosi si ottiene un buon BIOGAS che, con le sue circa 5000/mc, consente l'ovvio recupero energetico: elettricità e acqua calda.

Con questa impostazione ben poca cosa resta da smaltire con sistemi: a rischio bruciando i residuati o con la via biomeccanica TMB.

Morale.
I PERICOLI D'INQUINAMENTO E DI CONSEGUENTE MINACCIA ALLA SALUTE si potranno contorallare e ridurre a livelli tollerabili e antropologicamente compatibili. Oltre che fare umanissime crociate sul processo della termovalorizzazione dei rifiuti, diventa imperativo imporre la massima selezione e il riciclaggio dei Rifiuti.
Lo ripeto da anni, lo raccomandavo quando ero consigliere dell'AMIA, e lo dimostrano i Comuni virtuosi: la massima RD la si ottiene solo con un sistema di raccolta ineludibile e pregnante: il "PORTA A PORTA SPINTO"!!!!
Menoti mainardi

Umbe ha detto...

Dr. Mainardi,
La ringrazio del contributo sul tema.
Spero sia d'accordo con me nel considerare che gli inceneritori non nascono con l'obiettivo di bruciare solo la quota residua dei rifiuti dopo una raccolta differenziata spinta ma anzi sono assai ghiotti (anche per mantenere in esercizio l'impianto) di qualsiasi tipo di rifiuti (meglio se di origine organica perchè bruciano bene).
Per cui è facile arrivare al paradosso di differenziare per niente perchè tanto poi è preferibile bruciare "di tutto un po'".
Un po' come la storia di tempo fa, con l'introduzione delle cassette postali con buca differenziata (posta urbana e extraurbana) che veniva poi raccolta con un unico sacco.

Mi fa piacere che anche lei evidenzi che la raccolta porta a porta è l'unica che garantisca elevate percentuali di differenziazione. E' un male necessario ma la si deve trasformare in una scelta di civiltà e un'opportunità per sfruttare al meglio la ricchezza
dei materiali ancora riutilizzabili anzichè bruciarli generando comunque rifiuti speciali da dover gestire.

Anonimo ha detto...

I TERMOVALORIZZATORI:
TENTATI DAL RIFIUTO INTEGRALE.

Il timore di veder annullati gli sforzi di convertire l’usanza delle “scoase”, gettate in pattumiera, (il moderno rifiuto solido urbano integrale) in raccolta differenziata delle diverse componenti secche, potrebbe avere qualche giustificazione. Diventare realtà e costituire una via di fuga usare il tal quale come un comodo carburante per i bruciatori degli inceneritori e/o dei termovalorizzatori (inceneritori con il recupero energetico di acqua calda ed elettricità).

La dovuta separazione dell’umido (da cucina 20-22%, da giardini 10-15%) dal secco, la prima differenziazione, riduce la quantità di secco da conferire allo smaltimento.
Se togliamo i rifiuti non combustibili (ferro, alluminio, metalli non ferrosi = circa il 10%) la quantità tal quale si riduce ancora.
Dopo però, resta pur sempre il 60-70% del prodotto iniziale, avviabile tal quale ai forni bruciatori quasi gratuitamente, anzi con il contributo dei cittadini per la raccolta e lo smaltimento
Anche i CP6 (agevolazioni energetiche) sono lì a tentare i gestori dei termovalorizzatori.
Tentazione ragionevole, ma illegale!
Oltretutto ci sono le ecotasse della Regione Veneto e dissuadere i Comuni.
E’ una legge da non disattendere.

Per buona sorte i Comuni, quelli attenti, sono incentivati dal possibile ritorno economico dei rifiuti riciclabili e differenziati ceduti ai Consorzi di recupero (carta, vetro, alluminio, plastica…), e pongono, cosi, un altro freno alle insorgenti bramosie.

Se poi, come abbiamo già detto, i Comuni si organizzano in raccolte differenziate “per ordinanza” scegliendo e obbligando gli utenti alla raccolta domiciliare “porta a porta”, poco spazio resterebbe per dare fuoco alle tentazioni.

Infine, normalmente le aziende di trattamento dei rifiuti sono società di proprietà pubblica, fortemente partecipate dai Comuni.
Cosicchè, le tentazioni diverrebbero inaccettabili anche solo nel pensiero.
Non se ne parla!

Abbiamo il diritto di sperare bene.
Menotti Mainardi

Anonimo ha detto...

RACCOLTA E SMALTIMENTO RIFIUTI URBANI.
A maggior chiarimento, le società che si occupano di raccolta e smaltimento dei RSU, confermo che sono quasi sempre aziende pubbliche assolute e/o pubblico partecipate.
A Caldiero opera la SERIT, che è una società a capitale maggioritario dell'AMIA. Società, questa,di proprietà al 100% del Comune di Verona.
Nella SERIT il capitale è partecipato anche da altre componenti pubbliche. Esempio i Comuni e tra questi il vicino Badia Calavena.
Questro a garanzia della trasparenza e destinazione legale dei rifiuti.
Menotti Mainardi