lunedì 30 settembre 2013

La Copertura “a scomparsa”?... Scomparsa!


lunedi 30 settembre 2013 - Good Morning Caldiero

Seduto in quel caffè, io non pensavo a te.....(giornale radio, ieri 29 settembre...), guardavo il mondo che, girava intorno a me.... 

Dopo i fasti della “notte bianca” con 1.800 bagnanti notturni a 5 euro cadauno, il supercaldo africano, con i vari Caronte, Stige ecc. e la chiusura stagionale, le piscine caldieresi dovrebbero prepararsi per il rilancio che potremmo battezzare “Terme tutto l’anno” in previsione del prossimo 2014.

Ma veniamo a dove eravamo rimasti: La determina del 25 marzo 2013, affidava, per un costo di 16.000 euro, a un noto studio caldierese, la progettazione della copertura “a scomparsa” della Piscina Olimpia. L’importo della realizzazione è di 3milioni di euro così suddivisi: 1milione e 700mila a carico del Comune (finanziamento regionale di un milione + contributo del Ministero dello Sport di 700mila), il rimanente all’Azienda speciale Terme di Giunone
Il progetto quindi, già pronto, con la conferma lanciata alla stampa, del bando di assegnazione lavori per il mese di agosto, ha come obiettivo, l’inverno del 2014, che ci dovrebbe vedere in ammollo nelle chiare e calde acque termali, infischiandocene delle metereologiche avversità che vorranno scatenarsi.

L’operazione si svolgerà in tre stralci. Il primo prevede la realizzazione di una sala macchine interrata che accoglierà i sistemi di gestione piscina, del condizionamento e dei meccanismi di apertura/chiusura; il secondo vedrà la costruzione della copertura vera e propria con gli spazi bar e spogliatoi; il terzo riguarderà tutto il sistema di condizionamento-climatizzazione della piscina.

Non tutti, in questi tempi di ristrettezze economiche, sono ancora d’accordo sulla bontà di tale investimento che, poteva forse avere ragione un tempo, come soluzione ottimale per un rilancio del nostro Paese.

Ma proprio per questi dubbi e perplessità, sarebbe di conforto che la terna amministrativa a conduzione e guida dell’Azienda, si esprimesse almeno, anche con una semplice risposta, sul corretto, costante e sicuro iter del prosieguo dell’opera che Caldiero Terme aspetta ormai da generazioni.

Mi dimetto, ma non condivido


lunedì 30 settembre - Come la penso

Dopo aver dato le dimissioni dal governo, per volere di Berlusconi, i ministri Angelino Alfano, Gaetano Quagliariello, Maurizio Lupi, Beatrice Lorenzin e Nunzia De Girolamo, organizzano nella notte la riunione dei “diversamente berlusconiani” che, pur dando la propria fiducia al loro leader, pensano già a rientrare in un governo “Letta bis”, per “vedere se possiamo creare una nuova formazione” (parole di Quagliarello in un intervista al Messaggero).

Non ne possiamo più! Sono cinque mesi, col governo delle larghe intese, che Berlusconi insegue una sola ragione, quella del suo destino personale e della sua salvezza giudiziaria. 
La decisione di far dimettere i suoi ministri non è solo irresponsabile: è criminale. Lasciare un governo alle prese con importanti questioni irrisolte come l’aumento dell’Iva, la legge di stabilità, l’emergenza economica di migliaia di famiglie e di imprese, è soprattutto la lampante certezza del suo disprezzo per le istituzioni e il suo uso a fini personali della funzione politica.

Mercoledì Il presidente Letta, che tra l’altro mi sembra molto determinato e all’altezza della scabrosa situazione, chiederà la fiducia del parlamento. Se il bluff del Pdl rientrerà deve rientrare solo a certe condizioni, altrimenti lasciamoli andare, senza accanimento terapeutico!

E’ tempo di un governo di scopo, di durata limitata con gli unici obiettivi  della legge di stabilità e della legge elettorale, con chiunque abbia a cuore il futuro dell’Italia. Con nessun vincolo di regali a Berlusconi e ai suoi accoliti. 
Non ci sono altre possibilità.

Poi in primavera si ritorni al voto, con una legge che preveda che chi vince governerà, senza più ricatti, con parlamentari veri rappresentanti del popolo e non usciti da gabinetti di partito o da camere da letto di anziani satrapi.

martedì 24 settembre 2013

“Il Paese senza Scilipoten” di Massimo Gramellini


martedi 24 settembre 2013 - Pensieri e parole da condividere

Viste da qui, le elezioni tedesche sono state un fenomeno paranormale. Alle sei le urne erano chiuse, alle sei e un quarto si sapeva già chi aveva vinto, alle sei e mezza Merkel si concedeva un colpo di vita e stiracchiava le labbra in un sorriso, alle sette meno un quarto il suo rivale socialdemocratico riconosceva la sconfitta e alle sette tutti andavano a cena perché si era fatta una cert’ora.  

Qualsiasi paragone con le drammatiche veglie elettorali di casa nostra – gli exit poll bugiardi, le famigerate «forchette», le dirette televisive spalancate sul nulla, le vittorie contestate o millantate e la cronica, desolante assenza di sconfitti – sarebbe persino crudele.  

La diversità germanica rifulge ancora di più il giorno dopo. Pur stravincendo, Merkel ha mancato la maggioranza assoluta per una manciata di seggi. Eppure non invoca premi di maggioranza o altre manipolazioni del responso elettorale e si prepara serenamente ad aprire le porte del potere a uno dei partiti perdenti: socialdemocratici o Verdi. I cittadini tedeschi, di destra e di sinistra, paiono accogliere questa eventualità senza emozioni particolari. Nessun giornalista «moderato» grida al golpe. Nessun intellettuale «progressista» raccoglie firme per intimare ai propri rappresentanti di non scendere a patti con il nemico. Nessun Scilipoten eletto con l’opposizione si accinge a fondare un partito lillipuziano per balzare in soccorso della vincitrice. Né alla Merkel passa per l’anticamera del cervello e il risvolto del portafogli di trasformare il Parlamento in un mercato, agevolando il passaggio nelle proprie file dei pochi deputati che le basterebbero per governare da sola.  

Nelle prossime settimane, con la dovuta calma, i due schieramenti si incontreranno. Ci sarà una discussione serrata sulle «cose» e si troverà un compromesso nell’interesse del Paese. Nel frattempo il capo sconfitto della Spd avrà già cambiato mestiere, anziché rimanere nei paraggi per fare lo sgambetto al suo successore. E alla scadenza regolare della legislatura si tornerà al voto su fronti contrapposti (e con due ottime candidate donne, probabilmente: la democristiana Ursula von der Leyen e la socialdemocratica Hannelore Kraft).  

La saggezza popolare sostiene che i tedeschi amano gli italiani ma non li stimano, mentre gli italiani stimano i tedeschi ma non li amano. Ci deve essere del vero. Ma ieri, oltre a stimarli, li abbiamo invidiati un po’. Qualcuno dirà: troppo facile, loro possono coalizzarsi in santa pace perché nel principale partito del centrodestra hanno una Merkel, mica un Berlusconi, e in quello del centrosinistra gli ex comunisti sono spariti da un pezzo, a differenza dei presunti smacchiatori di giaguari. Anche in questa obiezione c’è del vero. Infatti è sbagliato dire che li invidiamo un po’. Li invidiamo tantissimo.  

La Stampa, 24 settembre 2013

giovedì 19 settembre 2013

"Crisi, parliamone" di Gabriele Corsi


giovedì 19 settembre 2013 - Pensieri e parole da condividere

Vi suggerisco di fare questa prova. Andate per strada, fermate un passante e fategli questa domanda: “Scusi, secondo lei è giusto che un condannato, in via definitiva, sieda ancora in Parlamento?”. Almeno uno su sei risponderà: “Ma scherziamo? Ovviamente no!”. “Chiunque sia?”. “Chiunque sia”.
Fine dei giochi.

Il fatto che le prime pagine dei giornali, le homepage dei siti di informazione, i titoli dei telegiornali, siano occupati da giorni (tranne una piccola pausa dedicata alla Concordia) da “voto palese o voto segreto”, dai  tempi e dalle scelte della Giunta  per le elezioni e le immunità del Senato, dalle dichiarazioni di Augello o Stefàno, è un’altra delle inspiegabili storture di questo Paese.

Sarebbe bello testare il livello di interesse che temi così suscitano nelle persone in fila per un posto di lavoro o  in cassa integrazione.
Non c’è solo uno scollamento tra la classe politica e il Paese reale. C’è uno scollamento tra chi sui giornali ci scrive e chi li legge.

Buon per loro. Evidentemente non devono guardare con terrore la cassetta della posta temendo una bolletta non prevista. Non devono stare attenti a non farsi male perché ogni spesa medica in più non si può affrontare. Non guardano con paura l’arrivo del Natale e si domandano con enorme vergogna cosa regaleranno ai loro figli.
E, in più, devono anche affrontare l’invisibilità. Non si parla di loro. Delle loro vite.
Pubblico una mail che mi è arrivata (qualcuno l’ha già pubblicata) che chiede proprio questo: parlate di noi. Non fateci sparire. L’hanno scritta degli operai di Civita Castellana (in provincia di Viterbo). 

Ciao a tutti, siamo un gruppo di ceramisti del distretto di Civita Castellana, sulla via del licenziamento, che dopo aver letto le opinioni sui giornali e sentito un po’  tutti (sindacati, imprenditori, assessori vari, ecc.) abbiamo deciso di dire qualcosa anche noi, di raccontarci, di esprimere il nostro disagio, attraverso una speranza. Innanzitutto ci scusiamo se questa nostra lettera, non è scritta in italiano corretto, ma siamo soltanto operai ceramisti, non professionisti nello scrivere e nel parlare. Dicevamo dunque di una nostra speranza, si, la speranza di SOLIDARIETA’.
Del macellaio sotto casa, perché se noi verremo licenziati e non potremo più permetterci di mangiare carne, anche il macellaio prima o poi chiuderà;
Del professore scolastico, perché finite le scuole dell’obbligo i nostri figli non potranno più studiare;
Della chiesa, perché saremo altre persone che busseranno alla Caritas per chiedere aiuto;
Dei sindaci del comprensorio, perché non potremo più pagare le tasse e saremmo inoltre un ulteriore peso sociale per i comuni;
Del vicino di casa, perché saremmo meno disponibili ed anzi a lui chiediamo scusa, perché persi nella nostra tragedia lavorativa, già da adesso non siamo più predisposti al felice parlare, ma abbassiamo la testa chiudendoci in uno spento buongiorno e buonasera;
Di tutti gli operai, che spesso pensano che non è problema loro, solo perché non ce l’hanno ancora e non pensano che prima o poi toccherà anche a loro, perché la barca sfasciata su cui stanno è la stessa nostra;
Dei sindacati, che trovano differenze tra loro nei confronti di un problema che per noi ha un un’aspettativa sola, la fame. ricordando loro che bianchi rossi o gialli, siamo tutti padri di famiglia e vogliamo solo lavorare.
Degli imprenditori, che magari ascoltandoci un po’ di più, potrebbero averne riscontro in quanto a problemi aziendali e produttivi. Perché il nostro è un mestiere, non un semplice lavoro e lo sappiamo fare anche bene, ma soprattutto, parrà strano, ma abbiamo la coscienza che il benessere dell’azienda è anche il nostro;
Di tutti i soci delle aziende, perché salvando noi, magari un giorno i nostri figli potranno dire ai vostri: ‘tuo padre e tua madre hanno dato all’Italia intera un esempio di grande onestà morale e umanità in momenti di grave difficoltà per altre persone’.
In sintesi chiediamo a tutti, indistintamente da fedi e ideali, di tenderci una mano, in un modo semplice, semplicissimo: Parlate di noi, in modo che tutti sappiano e si possano adoperare in maniera onesta e fattiva a non farci licenziare.
Chiudiamo questa nostra lettera ringraziando tutti, anche coloro che decideranno di dimenticare non appena letto, pensando magari…ma io alla fine lavoro ancora, che me frega!
NO signori, non è cosi perché questo problema frega a tutti o meglio ancora Fregherà tutti”. 

Ecco, appunto. Parliamone.

Il Fatto Quotidiano, 18 settembre 2013

mercoledì 18 settembre 2013

Orgoglio italiano


mercoledì 18 settembre 2013 - Come la penso

E' un momento di orgoglio nazionale” ha dichiarato il presidente del Consiglio Enrico Letta, davanti a tutta l’Italia, riferendosi alla titanica operazione che ha riportato in asse la Costa Concordia. E forse è vero, anche se all’operazione hanno lavorato 500 persone di 26 nazionalità, capitanate dal sudafricano Nick Sloane, possiamo dare i giusti meriti anche al team italiano con il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, in testa. Resta però l’unico neo (quello sì tutto italiano) dei 30 morti e dei due dispersi, della cafoneria del gesto dell’inchino e della fuga vile e ridicola del capitano della nave.

Diciannove ore di grande orgoglio nazionale per tentare di dimenticare una brutta figura mondiale fatta di morti, feriti, disperazione, umiliazione e perdite gravi.
  
A me piacerebbe si parlasse di orgoglio italiano anche per riconoscere che la Legge è uguale per tutti; che chi condannato lasciasse di sua sponte gli incarichi pubblici; che ci fosse lavoro per tutti; un futuro per i giovani; che i pensionati fossero trattati tutti in modo equo; che il governo pensasse a varare leggi a favore di tutti i cittadini; che i parlamentari fossero integerrimi ed effettivamente al servizio degli elettori; che imparassimo a convivere e rispettare chi ha lingua, religione e colore diversi.

Ecco tutto questo sì mi renderebbe orgoglioso di vivere in Italia. 

lunedì 9 settembre 2013

Giovedì 12 Settembre 2013: Consiglio Comunale



Il consiglio è convocato, in seduta ordinaria, per le ore 18.00 di Giovedì 12 Settembre 2013, nella sala consiliare (ex Municipio in P.zza Vittorio Veneto) per discutere e deliberare sul seguente:
ORDINE DEL GIORNO


1. AMMINISTRAZIONE - Presa d'atto dei verbali delle sedute precedenti: 6-8 del 30/04/2013, 10-13 del 22/05/2013, 16-18 e 23-25 del 25/06/2013.

2. TRIBUTI COMUNALI - Approvazione del Regolamento per la disciplina del tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

3. Approvazione del Piano Finanziario per la determinazione dei costi di servizio di gestione dei rifiuti urbani relativi all'anno 2013.

4. BILANCIO - Tributi Comunali - Approvazione delle tariffe per l'anno 2013 relative al tributo comunale sui rifiuti e sui servizi (TARES).

5. BILANCIO - Tributi Comunali - Conferma delle aliquote e detrazioni IMU per l'anno 2013.

6. BILANCIO - Tributi Comunali - Conferma dell'aliquota relativa all'addizionale comunale Irpef per l'anno 2013.

7. Programma Triennale dei Lavori Pubblici 2013-2015 ed elenco annuale 2012 - Approvazione.

8. BILANCIO - Determinazione prezzi di vendita relativi alla cessione delle aree - Leggi n. 167/62, n. 865/71 e n. 457/78.

9. BILANCIO: L.R. 20/08/1987 n. 44 - Ripartizione per l'anno 2013 della quota dei proventi derivanti dagli oneri di urbanizzazione secondaria per gli interventi concernenti le chiese e glia altri edifici religiosi.

10. Approvazione del Piano delle Alienazioni e valorizzazioni immobiliari.

11. Approvazione del programma degli incarichi ai sensi dell'art. 3, comma 55 della Legge 244/2007

12. BILANCIO: Bilancio di Previsione 2013 - Relazione previsionale e programmatica - Bilancio pluriennale 2013-2015: Esame ed approvazione.

13. Richiesta corresponsione IMU corrispondente con il gettito ICI certificato al Consuntivo 2009-2010.

14. Recesso dal "Consorzio Energia Veneto" CeV

15. URBANISTICA - Approvazione della 4^ Variante al P.I. ai sensi dell'Art. 8 del DPR 160/10 inerente il cambio d'uso da agricolo a commerciale di parte di fabbricato sito in località "I Caloseni".

16. Piano di Protezione Civile Comunale: Aggiornamento dati. Approvazione

17. Azienda Speciale Terme di Giunone - Approvazione garanzia fideiussoria.

18. SERVIZIO IDRICO INTEGRATO. Approvazione dello statuto comunale di "Acque Veronesi scarl". Adesione del comune alla società consortile e concessione del servizio idrico integrato e delle infrastrutture idriche di proprietà comunale.